Io sto con la Russia perché sono di Sulmona
Io sto con la Russia perché sono di Sulmona.
Già nel 2014, per frequentazione di quei luoghi conoscevo il fenomeno della discriminazione o comunque di attrito con le minoranze russe nei nuovi stati baltici . Sin da allora avevo espresso la mia supposizione sulla troppo sbrigativa; e lo stesso globalmente accettata; riconsiderazione dell'ex Unione Sovietica in nuovi stati che comprendevano al loro reciproco interno minoranze di altri, senza attenzione, mancandogli così di usufruire delle dovute garanzie e diritti che con graduale legislazione sono, verbigrazia ora, certi in Italia.
Nel 2016, ricordo, scrissi ad un giornale on-line di Sulmona che si interessa con rubriche del poeta Ovidio, esortando a proporre un articolo sulla città di Ovidiopol, nel circondario di Odessa. Il mio intento, in prossimità della ricorrenza del bimillenario poi invece boicottato proprio in Sulmona, era di coinvolgere nelle celebrazioni insieme alla gemella città di Costanza anche Ovidiopol, non perché fosse certa la leggenda della morte del Poeta in quel luogo che ne indusse il nome, ma quando il verso determinato da Caterina II, di favorevole considerazione verso la passata antichità di apertura di contatti e di scambi culturali ed economici di quelle vaste pianure che furono colonie per prima appunto greche, se ha riproposto nomi della classicità alle diverse città di fondazione sul Mar Nero da Lei volute in quel periodo. Avrebbe rappresentato questo, un doveroso messaggio di pace verso le contrapposizioni dei chiusi statalismi attuali , se le aree del conflitto hanno storicamente avuto una superiore propensione internazionale di più dinamici incontri di mercato, mai; ed anche dalla Zarina Caterina II; dimenticati, quando, è da studenti dello ,al tempo, Real Collegio degli Abruzzi, lo conosciamo se Ottavio Colecchi venne, secondo quell'uso, per il suo insegnamento chiamato a Pietroburgo.
Ciò, quindi, che non mi fa, da italiano di pensiero italiano, essere completamente contro la Russia,od anche contro i pretesti della Russia, è, tra gli altri, l'articolo 6 della nostra Costituzione, se tra le rivendicazioni alla base del conflitto sono state evocate modalità discriminatorie anche verso le differenze linguistiche. Percio' nessun politico italiano, nel corso di questi anni vi ha mai prodotto impegno, lasciando inascoltate e senza il proposito di una mediazione come se, i diritti costituzionali spettassero per interiore preminenza ai soli cittadini italiani europei ed occidentali e, non quindi- come ai tempi della teoria del compenso balcanico di Cesare Balbo- alle popolazioni orientali.
Giovanni Di Simone.
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